Facebook oramai alla portata di tutti è uno dei social maggiormente usati, spesso la possibilità di poter comunicare ciò che si pensa e renderlo pubblico a tutti diventa uno strumento per dare vita a discussioni anche su questioni strettamente personali. La suprema Corte ha deciso che tutte le offese pubblicate in bacheca sono da ritenersi a tutti gli effetti atti di diffamazione, motivo per il quale il soggetto destinatario di tali offese, può intentare una causa.
Facebook utilizzato come social per scambiare opinioni, idee, condividere momenti della propria vita, foto, video diventa sempre più un qualcosa al centro della vita di coloro che lo utilizzano spesso durante la loro giornata. Attenzione dunque a quanto si decide di scrivere in bacheca perché se il contenuto è atto ad offendere la persona ci sono guai seri in vista.
Facebook è di facile accesso grazie alla sua registrazione gratuita e questo può consentire a chiunque di usarlo anche per fini legati ad offendere le persone, con la sentenza n.50/17 della sez.I Penale si realizza che oltre alla diffamazione si aggiunge l’aggravante dell’uso di un mezzo di pubblicità. La capacità diffusiva di tale messaggio lesivo può coinvolgere una persona o un gruppo di persone, e la logica telematica della diffusione ad un largo bacino di utenza fa sì che il messaggio diffamatorio abbia ampia risonanza.