IBM, assieme ai partner GlobalFoundries e Samsung, si prepara al prossimo punto di svolta nel settore hardware, dedicandosi alla creazione di processori capaci di fronteggiare le sfide dell’information technology del futuro. L’ultima evoluzione proposta della casa statunitense riguarda la costruzione di chipset con processo produttivo a 5 nanometri, diretta evoluzione dei processori 7 nanometri presentati appena due anni fa e tutt’ora in corso di adozione da parte delle più diffuse realtà hardware.
Il processo produttivo 5 nanometri ideato da IBM prevede l’uso della tecnologia “GAAFET” (Gate all around FET), una variante del tradizionale ma comunque efficiente FinFET con in aggiunta un conduttore posto sul piano orizzontale del chip capace di comportarsi come un nanoconduttore. Questo materiale sarebbe poi avvolto attorno a tre fogli in silicio di dimensioni microscopiche posti in orizzontale rispetto al chip, in contrapposizione alla procedura FinFET che li prevede posizionati in verticale.
Secondo l’intento di IBM, questa nuova concezione dei processori 5 nm potrebbe portare a performance più elevate, malgrado ancora esistano alcuni limiti dal punto di vista tecnico: il flusso della corrente verrebbe in parte limitato dalla presenza di componenti costruiti in una scala nanometrica estremamente ristretta. Un problema che, però, potrà essere evitato in futuro approfondendo la conoscenza e i test su questo tipo di architettura hardware.
IBM non nasconde inoltre l’ambizione di far scalare ulteriormente il processo GAAFET fino a raggiungere i 3 nanometri; tuttavia si tratta di un passo che verrà effettuato nei prossimi anni. Per il momento, quello che è certo è la possibilità di attivare un power saving del 75% superiore all’attuale generazione 10 nanometri in via di produzione, con performance del 40% superiori: non rimane che da scoprire quali PC e notebook high-end potranno avere il privilegio di installare per primi una soluzione così avanzata e futuristica per molti aspetti.