Spectre e Meltdown sono, non a torto, le vulnerabilità del momento: una buona fetta dei sistemi colpiti dai due exploit (in grado di estrapolare informazioni sensibili direttamente dall’elaborazione dei dati a livello processore), installa OS Windows, perciò Microsoft è stata tra le prime software house a rispondere agli attacchi con opportune patch di sicurezza.
A distanza di qualche giorno dal rollout degli aggiornamenti correttivi della casa di Redmond, però, iniziano a comparire i primi report in merito alle performance delle CPU sotto sistemi Windows, che sembrano in qualche modo essere rallentati dalla patch. Gli OS più colpiti sarebbero Windows 7 e 8, mentre gli utenti che installano Windows 10 sono in parte dispensati dall’inconveniente.
Secondo Microsoft, la patch contro Spectre e Meltdown impatta particolarmente sulle CPU Intel della famiglia Haswell (e precedenti); mentre i sistemi con Windows 10 + un processore della serie Skylake, Kaby Lake o più recenti sarebbero afflitti da rallentamenti del tutto irrisori, nell’ordine di millisecondi, trascurabili per la maggioranza di utenti che usano i propri PC o laptop per task piuttosto ordinari.
I problemi causati da Spectre e Meltdown sembrano inoltre colpire i sistemi su cui è installato Windows Server, in particolar modo se i task di input/output dati sono intensi. L’impatto sulle performance generali della patch correttiva è notevole, soprattutto se si abilitano gli strumenti Intel per la mitigazione dei frammenti di codice che potrebbero contenere malware o istruzioni sospette.
La situazione generale per gli utenti Windows, a causa di Spectre e della sua vulnerabilità gemella, non sembra essere molto rosea, nonostante i sistemi più recenti siano ormai al sicuro e Microsoft stessa stia provvedendo a rafforzare la sicurezza dei kernel e delle applicazioni in uso su Windows 10: le prossime settimane saranno cruciali per la correzione definitiva del bug di inizio 2018.