Ammonta a ben 5 miliardi di dollari la multa appena comminata a Facebook dalla Federal Trade Commission. La più grande stangata che sia stata mai ricevuta da un colosso del web. Una multa superiore perfino alle aspettative di Mark Zuckerberg, dato che l’azienda aveva messo da parte solo 3 miliardi di dollari proprio per questa eventualità. Il motivo della multa è ovviamente lo scandalo Cambridge Analytica. La FTC ha deciso di condannare il gigante dei social network per aver infranto la privacy di 87 milioni di utenti condividendo con aziende terze i loro dati sensibili senza la loro autorizzazione.
A trarre vantaggio da questa violazione è stato specialmente Donald Trump, dato che i big data sono stati utilizzati da Cambridge Analytica per fare propaganda elettorale mirata e influenzare le elezioni politiche degli USA, nonchè la campagna a favore della Brexit. La violazione di Facebook va contro l’accordo che l’azienda ha siglato con la FTC il 29 Novembre 2011. La decisione è arrivata dopo un bilancio che non lascia spazio a interpretazioni: 3 voti favorevoli e 2 contrari, con l’ala repubblicana tra i favorevoli.
Dopo ciò il caso diventa competenza del Dipartimento di Giustizia che si occuperà di concludere e confermare il tutto (e di solito è ciò che accade). Tuttavia la multa, nonostante sia la più alta mai inflitta a un gigante del web, non rappresenta una grande minaccia ad un gigante come Facebook e al suo fatturato, tanto che ha addirittura causato un aumento dei titoli in borsa di quasi il 2%.
Sono molti coloro che ritengono più appropriate delle limitazioni nella gestione dei dati da parte del social network e manifestano la volontà di veder accusato Mark Zuckerberg in persona di queste violazioni. Una multa del genere però ha comunque la sua onda di risonanza e farà traballare l’opinione pubblica costringendo al colosso dei social a cercare di preservare la privacy degli utenti che è diventato letteralmente l’argomento chiave di quest’anno per Zuckerberg e per il mondo tecnologico in generale.