Il 5G ha rappresentato senza dubbio una delle novità tecnologiche più importanti dell’ultimo anno, se non la più importante. Tuttavia, fin da prima del suo arrivo, in molti si sono detti fortemente preoccupati per il rischio che la rete di ultima generazione possa risultare “nociva” per gli esseri umani. Su questo aspetto si sono soffermati molto esperti, la maggior parte dei quali ha escluso che il 5G possa arrecare danni alla salute umana. Tuttavia, almeno fino ad oggi, un parere univoco che metta tutti d’accordo non c’è.
Verso la fine del 2019 un eurodeputato tedesco, Klaus Buchner, aveva presentato un’interrogazione con una serie di domande volte proprio a fare chiarezza sul 5G e sulla sua eventuale pericolosità. Buchner sottolineava soprattutto quanto emerso in uno studio portato avanti dalla sanità pubblica francese, che evidenziava “il ruolo cancerogeno dell’esposizione a campi elettromagnetici”.
Proprio in risposta a questa indagine, il Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha precisato che il documento non fornisce alcuna giustificazione scientifica “per rivedere i limiti stabiliti dalla Raccomandazione del Consiglio 1999/519/EC “relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz”. La Kyriakides ha poi aggiunto che l’esposizione ai campi elettromagnetici del 5G è molto simile a quella del 4G.
Bisogna quindi continuare ad affidarsi alle ricerche precedenti, le quali suggeriscono che non ci sono evidenze in merito alla pericolosità delle reti di quinta generazione per la salute, a differenza di quanto pensano i complottisti. Ricordiamo inoltre che l’Italia è tra i Paesi che vantano i limiti più importanti per le frequenze utilizzate dalle reti di quinta generazione.