Con il “lockdown” imposto dal governo per cercare di frenare la diffusione del contagio da coronavirus, definizioni come “smart working” e didattica a distanza con PC e tablet sono entrate nel lessico quotidiano. Per venire incontro ai lavoratori e agli studenti che stanno portando avanti i loro impegni da casa, molte aziende che operano nel settore della tecnologia hanno lanciato delle offerte molto interessanti.
Inoltre, alcune piattaforme – come ad esempio Netflix e YouTube, ndr – hanno anche abbassato la qualità video per non “saturare” la rete internet. Ma le soluzioni dello “smart working” e della didattica a distanza su PC e tablete sono alla portata di tutte le famiglie italiane? Stando a quanto emerso nell’ultima indagine ISTAT non è proprio così, anzi. Il “report” ha infatti evidenziato che circa il 28% delle famiglie italiane vive in una condizione di “sovraffollamento abitativo”, spesso con presenza di minorenni in casa. Inoltre, non tutte le famiglie italiane possono disporre di un computer o di un tablet.
L’indagine ISTAT sottolinea come una famiglia su tre non sia in possesso di uno di questi dispositivi (il 33,8%, ndr). Un dato che diventa ancora più pesante nelle Regioni del Sud Italia, dove il 41,6% delle famiglie non ha un computer in casa. Solo una famiglia italiana su cinque ha un computer o un tablet per ogni componente del nucleo. Nella sua conferenza di ieri Giuseppe Conte ha già dichiarato che il governo è al lavoro per ovviare a questi problemi, ma al momento sono molti gli alunni e i lavoratori per i quali è molto difficile svolgere le proprie attività scolastiche e lavorative da casa.