L’attacco di Trump a Huawei non si ferma, ma addirittura si rafforza. Dopo aver deciso di prorogare il “ban” nei confronti della società di Shenzhen per un altro anno, l’amministrazione USA vuole infatti estromettere definitivamente Huawei anche dalle fonderie di microprocessori. Per farla breve, le fonderie che utilizzano macchinari e tecnologie americane dovranno ricorrere a delle licenze speciali per poter intraprendere collaborazioni e affari con la società cinese.
La legge è già attiva negli Stati Uniti, anche se l’amministrazione Trump ha concesso un periodo di tempo di 120 giorni. Come accennato, la decisione segue quella di prorogare il “ban” nei confronti di Huawei fino al 2021 e la minaccia di ulteriori tasse nei confronti delle aziende americane che producono al di fuori degli USA, come ad esempio Apple. L’idea che l’America debba venire prima di tutto si legge chiaramente nella dichiarazione rilasciata dal portavoce del Dipartimento del Commercio a Reuters: “Questa azione mette in prima posizione l’America, le aziende americane e la sicurezza nazionale americana”.
Nel frattempo Huawei sta già lavorando a soluzioni alternative che possano garantirle una piena indipendenza, come ad esempio l’appoggio alla fonderia cinese SMIC. Tuttavia, il livello non è nemmeno paragonabile a quello delle altre fonderie. Per ora il gigante di Shenzhen non ha rilasciato dichiarazioni. L’azienda cinese è già stata penalizzata con un’ulteriore proroga del ban che scadrà a Maggio 2021. Inoltre, Donald Trump ha manifestato la sua intenzione di tassare le aziende americane che producono fuori dagli Stati Uniti. Ma la Cina potrebbe non restare a guardare.
Via: Global Times