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Xiaomi accusata di raccogliere dati sensibili sugli smartphone: la risposta

di Roberto Naccarella

La replica di Xiaomi alle accuse di Forbes è arrivata subito. Il colosso cinese ha voluto subito sgombrare il campo da ogni dubbio riguardante le proprie politiche in merito a privacy e sicurezza, dopo l’articolo pubblicato dalla rivista statunitense di economia che l’accusava di raccogliere dati sensibili degli utenti (compresi quelli che navigano in incognito, ndr) tramite i suoi browser web. Quali dati? Cronologia, ad esempio, ma anche query di ricerca, URL visualizzate e altro ancora.

Xiaomi ha pubblicato un post sul proprio blog ufficiale dove tiene a precisare che la vicenda è stata solo un grosso fraintendimento da parte di Forbes in merito alle politiche sulla privacy messe in campo dall’azienda con sede a Pechino. La società cinese ha infatti precisato che i dati raccolti non sono mai individuali, ma vengono accorpati assieme ai dati degli altri utenti con il solo scopo di migliorare l’esperienza di navigazione.

Inoltre, questa operazione avviene solo con il consenso dell’utente, ovvero se lo stesso attiva l’apposita opzione attraverso le impostazioni del browser. Per dimostrare quanto affermato, Xiaomi ha pubblicato le parti di codice che vanno a regolare le funzionalità di raccolta dati degli utenti, oltre alle certificazioni di sicurezza rilasciate da enti internazionali. La casa produttrice ha inoltre aggiornato Mi Browser, Mi Browser Pro e Mint Browser implementando una funzione per disattivare la raccolta dei dati, inclusi quelli di tipo aggregato, durante la navigazione in incognito.

Via: XDA Developers

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