Il Governo continua a consigliare alla popolazione di scaricare e installare l’app Immuni, lo strumento tecnologico realizzato per il tracciamento dei contagi da coronavirus. Tuttavia, l’applicazione presenta ancora qualche problema e in alcuni casi non funziona proprio. Come in Veneto, dove i colleghi del “Corriere del Veneto” hanno riscontrato l’impossibilità da parte degli operatori di inserire il famoso codice nel database.
Un uomo con un tampone positivo, che aveva già provveduto ad avvisare tutte le persone a lui vicine (famiglia, amici, colleghi di lavoro) ha chiamato il servizio di igiene dell’Ulss di Padova perchè non poteva rintracciare tutte le persone che gli si erano avvicinate nelle ultime settimane. Questo compito toccherebbe proprio all’app Immuni, con l’avviso da inviare agli utenti venuti a contatto tramite un codice alfanumerico. Ma proprio il passaggio dell’inserimento della sequenza nel database è attualmente inapplicabile in Veneto. Per farla breve, in questa Regione, ad oggi, Immuni non funziona.
I vertici sanitari della Regione hanno assicurato che a partire dalla prossima settimana verrà tutto sistemato e il funzionamento di Immuni verrà garantito. Ma l’imbarazzo è evidente, anche nelle parole del governatore Luca Zaia:
Tutto quello che è previsto come incombenza da parte dell’ente pubblico per la gestione di Immuni, nel rispetto delle competenze, lo facciamo.
Dalle parole del governatore traspare un certo sconcerto che, fortunatamente, sembra stia per sfociare nella sistemazione di tutti i problemi tra pochi giorni. Quella riguardante la regione Veneto non è l’unica problematica nella macchina burocratica emersa finora in merito al tracciamento dei contagi da Covid-19.