Di recente, la missione Chang’e 5 ha fatto sì che la Cina diventasse il terzo Paese al mondo, dopo Stati Uniti e Russia, a raggiungere il suolo lunare. Una missione che prevedeva il prelievo di alcuni campioni del terreno del satellite terrestre (tra i 2 e i 4 chili circa) e che è stata portata a termine con successo, a dimostrazione di come la China National Space Administration (CNSA) abbia raggiunto davvero un ottimo livello di preparazione e sviluppo.
La soddisfazione più grande per Pechino è aver tenuto fede ai programmi stabiliti nel 2018. Due anni fa, infatti, la Cina indicava proprio il 2020 per le missioni lunari con orbita, atterraggio e ritorno. Ecco perchè la Chang’e 5 consente di guardare al futuro con piena fiducia, come d’altronde sottolinea anche Wu Yanhua, vice capo della CNSA. Ma quali sono, a questo punto, gli obiettivi della Cina per gli anni a venire? Si passa da orbita, atterraggio e ritorno ad altri tre “target” come rilevamento, costruzione e impiego.
Oltre ad un incremento dell’esplorazione spaziale per studiare ancora più a fondo i corpi celesti più vicini alla Terra, il programma cinese prevede anche la costruzione di infrastrutture lunari che consentiranno la presenza umana a lungo termine, studiando anche soluzioni per acqua ed elettricità. Infine, l’impiego di risorse extraterrestri e delle ultime tecnologie per lo sviluppo umano, anche se per quest’ultimo aspetto con molta probabilità saranno necessari decenni. La prossima missione cinese, Chang’e 6, dovrebbe partire tra il 2021 e il 2025.