Se negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha fatto di tutto per “bannare” le società cinesi e proteggere i dati dei cittadini americani, Pechino fa altrettanto nei confronti di alcune aziende, e non solo statunitensi. Secondo quanto affermato dalla Cyberspace Adminitration of China (CAC), 105 applicazioni avrebbero violato le leggi della Cina sull’utilizzo dei dati personali. A tutte queste app sono stati dati 15 giorni di tempo per mettersi in regola e rispettare la normativa entrata in vigore lo scorso 1 maggio.
Ma quali sono queste aziende coinvolte? Il nome più altisonante è certamente quello di Microsoft (con il social network LinkedIn e il motore di ricerca Bing), ma non passano inosservate nemmeno Tencent (il colosso che possiede WeChat) e ByteDance (principalmente nota per TikTok, recentemente bannato in India). Tra le aziende incriminate c’è anche il motore di ricerca cinese Baidu. I fornitori delle app, stando a quanto rilevato dalla CAC, sarebbero responsabili di aver raccolto dati non necessari e non correlati all’utilizzo del loro servizio da parte degli utenti.
D’altronde la Cina ha aumentato molto negli ultimi tempi i controlli sulla rete, e non è certo un caso se la multa da 2,78 miliardi di dollari ad Alibaba per posizione “monopolistica” nel settore dell’e-commerce arriva proprio da Pechino. Cosa potrà succedere se queste aziende non cambieranno le politiche entro i 15 giorni previsti? La conseguenza più immediata è certamente una maxi multa, ma non è da escludere che Pechino possa ricorrere al “ban” per Microsoft, Tencent, Baidu e ByteDance, che andrebbero così ad ampliare il club in cui è già presente Google.
Fonte: Reuters