L’insediamento del governo Biden non ha cambiato le cose: il nuovo presidente ha seguito la scia di Trump e ha deciso di optare per una pioggia di ban verso la bellezza di 59 aziende cinesi. Nella lista delle società colpite ci sono grandi nomi in ambito tecnologico, tra cui Huawei, che sta vivamente sperando di risalire dal baratro dopo il lancio del suo sistema operativo HarmonyOS 2.0 che sancisce la sua emancipazione definitiva da Google.
Tra le aziende cinesi bannate dagli USA di Biden oltre a Huawei figurano anche i grandi gestori telefonici della nazione: China Mobile, China Unicom e China Telecommunications. Inoltre il ban colpisce anche la fonderia SMIC che produce semiconduttori e l’azienda di sistemi di sorveglianza Hivision, contro cui gli Stati Uniti hanno agito in quanto la ritengono legata ai casi di repressione degli uiguri nello Xinjiang.
Ma cosa prevede il nuovo ban per Huawei e le altre società provenienti dalla Cina? Semplice: il blocco degli investimenti in queste 59 aziende cinesi da parte di tutte le aziende e gli individui americani che potrebbero investirvi. L’ordine firmato da Biden prevede il divieto di investimenti verso queste aziende con entrata in vigore a partire dal 2 Agosto prossimo e tutti gli investitori risiedenti negli Stati Uniti saranno costretti a cedere le loro partecipazioni in queste società entro un anno.