Tra le tante rinunce che ha causato la pandemia di coronavirus c’è anche quella dei matrimoni, spesso rimandati per via dei contagi troppo elevati. Nel 2020, infatti, in Paesi come Italia, Francia e Spagna oltre il 90% delle coppie ha deciso di riprogrammare le proprie nozze più in là, in attesa di tempi migliori. Nella città di New York hanno invece optato per una soluzione differente, ovvero il matrimonio virtuale, reso legale ad aprile 2020 dal governatore Andrea Cuomo.
Grazie al programma Project Cupid sono state emesso lo scorso anno ben 36.142 licenze di matrimonio grazie alle cerimonie avvenute in videoconferenza con piattaforme come Zoom. Chiaramente i matrimoni virtuali sono stati gettonatissimi, non solo per la possibilità di sposarsi durante la pandemia (e di invitare tutti in totale sicurezza) ma anche per poterlo fare con un forte abbattimento delle spese. Per questo motivo l’allentamento delle restrizioni non aveva fatto diminuire l’interesse verso le nozze online, ma il governatore Cuomo ha deciso di mettere fine a questa pratica.
Proprio perché legato all’emergenza, Cuomo ha revocato l’ordine esecutivo e ha ristabilito la normalità per i matrimoni, con le coppie che possono iniziare a fissare le date delle nozze dal prossimo 23 luglio. Tuttavia, questo ritorno alla consuetudine non è stato accolto positivamente da tutti, specialmente da coloro che ormai avevano praticamente avviato un’attività di nozze virtuali.