Digital Services Act, nuovo regolamento UE contro fake news e illegalità

E’ stato finalmente raggiunto l’accordo sul Digital Services Act, ovvero il disegno di legge che obbliga le big tech ad avere più responsabilità sulle fake news e sui contenuti illegali che girano sui propri siti. Grazie a questo regolamento – approvato dopo circa 16 ore di trattative – impone ora a piattaforme come Facebook, YouTube o Twitter di moderare in maniera più adeguata i contenuti, stanando quelli nocivi e prendendo le giuste misure per arginare la diffusione di bufale e l’illegalità.

Un’intesa che è stata salutata con grande soddisfazione dalla presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen, che ha sottolineato come ciò che è illegale offline diventerà effettivamente illegale anche online nell’Unione Europea. Per Von der Leyen è un segnale forte, che proteggerà gli utenti online e garantirà libertà di espressione e opportunità per le imprese. Di fatto, il Digital Services Act è un aggiornamento della direttiva sull’e-commerce, introdotta all’incirca un ventennio fa.

L’obiettivo principale di questo disegno di legge è quindi quello di limitare i contenuti dannosi che circolano sui social network, comprese le pubblicità di prodotti contraffatti o potenzialmente pericolosi. Con il Digital Services Act, le piattaforme sono tenute a rimuovere i contenuti nocivi e illegali non appena ne vengono a conoscenza. Alle piattaforme “giganti”, come Google, Apple, Facebook, Microsoft, verrà chiesta anche una maggiore trasparenza sui dati e l’impegno nel mettere in campo tutti i mezzi possibili per individuare ed eliminare i contenuti pericolosi.

Una misura molto richiesta e anche alquanto necessaria in tempi di guerra, basti pensare all’alto livello di disinformazione in circolo in questo periodo per capirlo.

Fonte

Roberto Naccarella: Giornalista pubblicista, 32 anni, ho sempre avuto una grande passione: scrivere. Mi piace lo sport, seguo la politica, amo la musica. Diffido di ogni forma di elitarismo. Sono nato il giorno di San Patrizio e mi sento un pò irlandese.