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Alibaba sfida ChatGPT con la sua IA generativa

di Paolo Violante

Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce e del cloud computing, ha recentemente annunciato Tongyi Qianwen, un innovativo modello di intelligenza artificiale generativa simile a ChatGPT. Questa nuova tecnologia supporta sia l’inglese che il cinese e il CEO Daniel Zhang ha sottolineato l’importanza di questa innovazione nell’era dell’intelligenza artificiale generativa e del cloud computing.

Alibaba ha intenzione di rendere disponibile il suo modello AI a clienti e sviluppatori, consentendo loro di personalizzare l’applicazione per rispondere a diverse esigenze. Inizialmente, Tongyi Qianwen verrà integrato in DingTalk, una piattaforma di comunicazione aziendale, e Tmall Genie, un assistente vocale per altoparlanti intelligenti.

Nel frattempo, altre aziende Big Tech come Microsoft e Google hanno sviluppato tecnologie simili. Microsoft ha implementato questa tecnologia nel suo motore di ricerca Bing, che ha registrato una rapida crescita degli utenti. Google, dal canto suo, ha lanciato il proprio chatbot chiamato Bard.

Il lancio di ChatGPT ha contribuito a diffondere l’intelligenza artificiale generativa, grazie alle sue capacità di rispondere a domande, scrivere codice, sostenere conversazioni complesse e persino comporre poesie. Tuttavia, in Italia, ChatGPT è stato temporaneamente bloccato da OpenAI a causa di preoccupazioni sulla protezione dei dati personali. Gli utenti possono comunque accedervi utilizzando una VPN a proprio rischio.

Attualmente, l’autorità per la protezione dei dati italiana sta valutando le proposte di OpenAI per adeguare il trattamento dei dati degli utenti alle normative sulla privacy. Questa situazione evidenzia l’importanza di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto delle leggi sulla privacy.

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