Da non molto OpenAI ha introdotto GPT-4, una nuova edizione del suo modello di linguaggio AI (LLM), e ora circolano voci riguardo al possibile lancio di GPT-5 su ChatGPT entro il 2023. Siqi Chen, uno sviluppatore, ha fatto trapelare queste informazioni attraverso una serie di tweet, che sono stati poi riportati da BGR.
Nonostante OpenAI non abbia ancora menzionato ufficialmente la quinta versione dell’IA, Chen ha insinuato che il prossimo modello potrebbe raggiungere l’intelligenza artificiale generale (AGI), il che significherebbe che il chatbot otterrebbe un’intelligenza e una comprensione simili a quelle umane.
Microsoft ha annunciato l’utilizzo della quarta versione dell’AI conversazionale nel suo nuovo motore di ricerca Bing fin dall’inizio, e il modello si è dimostrato notevolmente migliorato rispetto al predecessore 3.5, che ha alimentato ChatGPT per diverso tempo. La versione 4 è in grado di analizzare sia testi che immagini, offrendo maggiore creatività e svolgendo compiti più complessi.
Data l’evoluzione tra GPT-3.5 e 4, è ragionevole aspettarsi che la quinta versione porti con sé ulteriori progressi. Tuttavia, non è possibile ancora determinare l’entità di tali miglioramenti. Successivamente, Chen ha chiarito che non tutti all’interno di OpenAI concordano sul fatto che GPT-5 possa effettivamente raggiungere l’AGI, ma alcuni ritengono che sia possibile. Questo è diverso dall’affermare che “OpenAI prevede che raggiungerà l’AGI”.
Le opinioni sul tema sono contrastanti. Ad esempio, TechRadar ha pubblicato un articolo intitolato “ChatGPT supera il test di Turing: se provi inquietudine, non sei il solo”, mentre Tom’s Guide ha diffuso un pezzo dal titolo “No, ChatGPT non ha superato il test di Turing, ma potrebbe farlo in futuro”.
Poiché GPT-5 non è stato ancora ufficialmente confermato da OpenAI, è consigliabile essere cauti nel formulare aspettative. Se dovesse essere lanciato entro la fine del 2023, la quinta versione avrebbe sicuramente prestazioni superiori rispetto alla quarta. Tuttavia, potrebbe essere ancora prematuro affermare che l’intelligenza artificiale possa raggiungere livelli di comprensione e intelligenza paragonabili a quelli umani.