Telegram, la nota applicazione di messaggistica, si trova ad affrontare un divieto di operatività in Brasile a causa della mancata collaborazione dell’azienda in un’indagine su un caso di violenza scolastica. L’adolescente coinvolto nell’attacco era membro di gruppi Telegram che promuovevano l’odio, e le autorità brasiliane hanno richiesto le informazioni personali degli utenti coinvolti nella condivisione di contenuti estremisti. Tuttavia, il fondatore della piattaforma di messaggistica, Pavel Durov, ha respinto questa richiesta.
Durov ha spiegato, tramite il suo canale Telegram, che l’azienda mira a proteggere la privacy e la libertà di espressione in tutto il mondo. Inoltre, ha aggiunto che, in situazioni in cui le leggi locali sono in conflitto con i principi della piattaforma, l’azienda si ritira dai mercati in questione, come è già accaduto in Cina, Iran e Russia.
Attualmente, gli utenti brasiliani possono accedere alla piattaforma solo utilizzando una VPN, mentre Apple e Google non hanno ancora eliminato l’app dai loro negozi di applicazioni, nonostante le pressioni delle autorità brasiliane. In precedenza, nel 2022, l’app aveva già avuto problemi con le autorità del Brasile, quando era stata temporaneamente bandita per non aver rimosso contenuti pericolosi come richiesto dalla Corte Suprema.
Durov ha ribadito che Telegram non può fornire le informazioni richieste dal tribunale brasiliano per ragioni tecniche e che l’azienda impugnerà la decisione. Ha inoltre sottolineato la preferenza dell’azienda nel ritirarsi dal mercato brasiliano piuttosto che tradire gli utenti e i principi dell’azienda.
In sintesi, la situazione attuale tra la piattaforma di messaggistica e le autorità brasiliane appare più tesa rispetto agli episodi precedenti, con la possibilità che l’applicazione di messaggistica debba affrontare un divieto permanente nel paese.