Huawei ha deciso di rinnovare l’estetica dei suoi smartphone con l’introduzione della versione 13.1 della sua interfaccia proprietaria, EMUI, che offre diverse opzioni di personalizzazione innovative. In particolare, si distinguono i widget 3D, che si animano quando lo schermo è spento. Un esempio è l’AOD meteo 3D, che cambia dinamicamente le animazioni e la grafica in base alle condizioni meteorologiche reali del momento.
Questa novità non riguarda però tutti gli smartphone Huawei, ma è al momento limitata a due modelli di punta: P60 Pro e Mate X3. I possessori di questi dispositivi potranno quindi essere tra i primi a sperimentare le nuove funzionalità offerte da EMUI 13.1.
Per quanto riguarda gli altri modelli, Huawei ha delineato un piano di aggiornamento alla precedente versione, la tredicesima, in modo da offrire una certa chiarezza agli utenti sulle tempistiche previste. Tra i dispositivi in attesa di tale aggiornamento ci sono Mate Xs 2, P50 Pocket, P50 Pro, P50, Nova 10, Nova 10 Pro, Mate 40 Pro, Nova 9, Nova 10 SE, Nova 9 SE e Nova Y90.
Secondo le tempistiche annunciate dalla casa produttrice, i primi a ricevere l’aggiornamento a EMUI 13 saranno Mate Xs 2, P50 Pocket, P50 Pro e P50, a partire da giugno 2023. Seguiranno Nova 10 Pro e Nova 10 a luglio 2023, Mate 40 Pro e Nova 10 SE a settembre 2023, Nova 9 nell’ottobre 2023 e, infine, Nova 9 SE e Nova Y90 a dicembre 2023.
Inoltre, l’azienda ha cercato di dare una ventata di novità alla EMUI con l’aggiornamento 13.1, pur mantenendo una certa coerenza con il suo precedente sistema operativo HarmonyOS 3.1. Tra le altre funzionalità di rilievo, si segnalano le nuove possibilità di personalizzazione della schermata di blocco, un’aggiornata estetica delle icone e delle animazioni di sistema, oltre a significativi miglioramenti all’app della fotocamera.
Nonostante Huawei sembri essere rimasta indietro rispetto alle tendenze estetiche del settore mobile, l’azienda continua a lavorare per mantenere un’identità riconoscibile ai suoi utenti, in particolare per coloro che sono disposti a fare a meno dei servizi Google nei mercati internazionali.
