ChatGPT si specializza nel tentativo di diventare molto più utile, ma anche di spingere gli utenti ad utilizzare il suo Store e ad attivare gli abbonamenti Plus. La novità di cui vi stiamo parlando è la possibilità di introdurre all’interno di una conversazione dei chatbot personalizzati, ovvero specializzati su un determinato argomento.
Mentre si sta dialogando con ChatGPT, è ora possibile utilizzare la chiocciola per “taggare” un chatbot personalizzato e coinvolgerlo nella conversazione al fine di conoscere il suo parere o informazioni su un argomento specifico. La conversazione diventa in pratica una chat di gruppo attraverso il richiamo dei cosiddetti “GPT”, che sono proprio i bot personalizzati creabili da qualsiasi utente.
Questi chatbot sono disponibili sul GPT Store: uno store virtuale all’interno del quale gli utenti possono inserire chatbot da loro creati e renderli disponibili a tutti. Il GPT diventa in grado di comprendere tutto il contesto e quindi di leggere anche tutta la conversazione che c’è stata prima del suo coinvolgimento, in modo tale da essere pronto a rispondere a qualunque domanda su uno specifico argomento in cui è specializzato.
C’è però un problema: il marketplace dei bot personalizzati di ChatGPT si è rapidamente popolato di chatbot a sfondo sessuale e ciò sta creando difficoltà a OpenAI sia nell’attirare gli utenti che nel permettergli di trovare rapidamente ciò che cercano. Una piaga che va anche contro i termini e condizioni del servizio. Riuscirà OpenAI a risolverla?