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DeepSeek, l’AI generativa diventa open-source: terremoto in borsa

di Michele Ingelido

Arriva dalla Cina come un fulmine a ciel sereno DeepSeek: l’app che potrebbe rendere tutto il mercato dell’intelligenza artificiale generativa una grande bolla pronta a scoppiare a breve. Il nuovo modello di linguaggio dietro l’app per Android e iOS che ha letteralmente spopolato sia in Cina che negli USA si chiama DeepSeek-R1 ed è open source.

Il modello di linguaggio è stato finalizzato in due mesi da una startup cinese quasi sconosciuta ed è costato soli 6 milioni di dollari. L’app DeepSeek è stata scaricata così tanto da superare ChatGPT nella classifica delle più scaricate su App Store. Ciò perché si propone come un’alternativa aperta e a basso costo rispetto ai modelli statunitensi che sono chiusi, costosi e gestiti dalle Big Tech.

Attualmente DeepSeek è un’app che da più problemi rispetto a ChatGPT, tuttavia le prestazioni del modello sono pari o superiori rispetto a GPT-4o di OpenAI, Claude Sonnet 3.5 di Anthropic e Llama 3.1 di Meta. L’impatto disastroso sulle borse mondiali è stato immediato: uno tsunami che ha fatto scendere la leader del settore Nvidia del 17%, Microsoft del 16% e tante altre.

Nel frattempo l’applicazione cinese è stata rimossa da Play Store e App Store in Italia e OpenAI ha accusato la startup cinese che l’ha realizzata di furto di proprietà intellettuale. La grande preoccupazione degli USA è il fatto che i nuovi modelli di intelligenza artificiale cinese costano solo una frazione di quelli statunitensi e hanno le stesse performance. Si prepara quindi il terreno per nuove inevitabili guerre commerciali.

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