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Cuffie antirumore legate a danni neurologici: l’allarme dei medici

di Michele Ingelido

Cancellazione del rumore attiva, ibrida, basata su AI… Le tecnologie sono tante e avveniristiche, ma potrebbero danneggiare il vostro udito. Secondo un report del Daily Mail che riporta le conclusioni di alcuni esperti britannici, gli auricolari con tecnologie antirumore come l’ANC potrebbero essere la causa di problemi neurologici.

L’Unità Clinicizzata di Riabilitazione Specialistica delle Gravi Cerebrolesioni ha infatti rilevato che le cuffie in grado di bloccare i suoni ambientali hanno causato un aumento del numero di giovani che fanno visita ai servizi di audiologia del Servizio Sanitario Nazionale. Quando questi giovani vengono visitati dai medici, non presentano problemi all’apparato uditivo, tuttavia si è riscontrata la possibilità di un problema neurologico alla base dei disturbi uditivi che segnalano.

Sembra infatti che, a causa dell’utilizzo degli auricolari con cancellazione del rumore, il cervello dei giovani abbia difficoltà a elaborare e distinguere i suoni, il che porta nei casi più allarmanti al disturbo dell’elaborazione uditiva (APD). Le persone affette da questo disturbo fanno fatica a comprendere i suoni, tra cui le parole pronunciate da altre persone, specialmente in luoghi rumorosi o affollati, oppure quando qualcuno parla velocemente.

Secondo le analisi, il 5% dei ragazzi di età pari o inferiore a 18 anni soffre di APD, e anche il numero dei bambini con questa patologia è aumentato. Ecco perché alla base del fenomeno potrebbero esserci proprio le cuffie antirumore, con i giovani che sarebbero i principali soggetti colpiti perchè solo alla fine dell’adolescenza si formano le più avanzate capacità di ascolto del cervello. I risultati delle analisi sono stati infatti migliori nelle persone over 50, rispetto a chi aveva meno di 30 anni.

Una cura a questa problematica può essere rappresentata dal ripristino dei percorsi cerebrali alterati, e ciò si può ottenere riducendo l’uso delle cuffie. E’ bene precisare che sebbene il fenomeno colpisca maggiormente i giovani, anche negli adulti potrebbe comportare problematiche, facendo impigrire le capacità di discriminazione dei suoni. I medici consigliano di utilizzare le cuffie meno possibile, al massimo qualche ora al giorno, con un volume sempre inferiore agli 85 dB e con pause dopo al massimo 60 minuti di ascolto consecutivi.

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