Il “ban” inflitto dall’amministrazione USA guidata dal Presidente uscente, Donald Trump, e la conseguente revoca della licenza da parte di Google hanno causato un duro colpo alle finanze di Huawei, che ha visto diminuire fortemente le vendite dei suoi prodotti proprio per l’impossibilità di dotare gli stessi dei Google Mobile Services. Non a caso il colosso ha in mente di ridurre la produzione di smartphone del 60%. Inoltre, il divieto di acquistare componenti prodotte negli USA ha reso più difficile anche la corsa al 5G di Pechino.
La pandemia di coronavirus è stata la ciliegina sulla torta, ed è per questo che Huawei ha cominciato a guardarsi intorno, nel tentativo di cercare nuove forme di profitto. Negli ultimi tre mesi del 2020, infatti, il calo del fatturato è stato del 42%, e per quest’anno si stima un calo ancora più marcato delle vendite di dispositivi mobili. La società di Shenzhen ha quindi deciso come ha fatto anche la multinazionale cinese AliBaba di puntare sull’allevamento dei maiali, mettendo a disposizione delle nuove tecnologie che possano rendere più all’avanguardia le attività di questo settore.
Ad esempio, con le innovazioni targate Huawei e caratterizzate dall’intelligenza artificiale gli allevatori possono monitorare costantemente il peso e la dieta dei capi di bestiame. In più, le tecnologie della società cinese aiutano anche a scoprire i maiali malati, che possono essere così isolati per non far insorgere epidemie che mettono a rischio tutto il bestiame. Pertanto, l’impegno di Huawei consente di rendere la filiera non solo più produttiva, ma anche più sicura. Sarà un primo passo verso l’addio al mercato dei cellulari che fino a due anni fa stava dominando facendo tremare colossi come Samsung e Apple?
Fonte: BBC