I prodotti più interessanti in termini di novità ufficializzati da Apple nel corso dell’evento “Spring Loaded” di un paio di settimane fa sono certamente gli AirTag, i tracker che possono essere attaccati ad un oggetto (portachiavi, borse, smartphone, ecc) e che consentono di rintracciarlo in caso di smarrimento tramite il Bluetooth e l’app Dov’è. Tuttavia, fin da subito c’è chi ha mostrato qualche preoccupazione dal punto di vista della privacy.
Il gigante di Cupertino ha sgombrato il campo da ogni dubbio, assicurando che gli AirTag non sono pensati per tracciare le persone ma gli oggetti. Ma come sono fatti? Sono anche resistenti agli urti e ai graffi? Sul web sono cominciati a comparire i primi video teardown di alcuni utenti che hanno voluto smontare a dovere i tracker di Apple per comprendere meglio i componenti e anche per capire se effettivamente possono essere facilmente soggetti a lesioni varie e cosa c’è al loro interno.
Il secondo aspetto non ha portato buone notizie, dato che gli AirTag sono predisposti ai graffi e alle rigature. I filmati hanno poi evidenziato la presenza del chip U1, facilmente individuabile rimuovendo la parte con il logo Apple per consentire il ricambio della batteria (che dovrebbe durare all’incirca un anno, ndr). Come noto, il chip si associa alla tecnologia Ultra Wideband per consentire all’utente di avere un riscontro piuttosto preciso sulla posizione dell’oggetto.