I malintenzionati cercano di sfruttare anche le potenzialità di Google Maps per mettere a segno truffe bancarie ai danni degli utenti. Luca Bove, fondatore di Local Strategy ed esperto di promozione di Maps in Italia, ha mostrato le modalità con cui gli hacker riescono ad accedere ad alcune risorse che la celebre app mette a disposizione per utenti e aziende, utilizzandole per scopi dannosi. In particolare, Bove si sofferma sulla possibilità di creare una nuova scheda Local, dove inserire i dati riguardanti la propria attività, tra cui il numero di telefono e l’indirizzo.
Tuttavia, i criminali possono sfruttare questa funzionalità per creare la scheda di una filiale bancaria che non esiste e successivamente contattare l’utente, che vedrà comparire il nome della banca sul telefono e si sentirà quindi al sicuro. L’app Telefono di Android, infatti, sfrutta proprio Google Maps per effettuare una rapida indagine sul numero che sta chiamando e che non è presente in rubrica: chiaramente anche Telefono può essere tratta in inganno se la scheda Local è fasulla.
A quel punto l’utente ignaro, rassicurato dal fatto che lo sta chiamando la banca, risponderà senza problemi alla telefonata, credendo di parlare con un operatore della stessa. L’obiettivo principale dei criminali è chiaramente quello di entrare in possesso dei dati bancari dell’individuo, in modo da prosciugarne il conto corrente. Di recente gli hacker sono riusciti a creare una finta filiale di Intesa San Paolo, prelevando circa 7.000 euro dal conto di ogni utente. Google è già intervenuta rimuovendo la finta scheda Local, ma la tecnica potrebbe ripetersi.