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Scoperte terre rare in Europa: l’UE potrà sganciarsi dalla Cina?

di Michele Ingelido

Per l’Europa è una vera e propria manna dal cielo, specialmente in un periodo in cui i rapporti tra Occidente e Oriente sono ai minimi e in cui stiamo affrontando tutti gli effetti della più grande crisi di semiconduttori di sempre. Stiamo parlando della scoperta, appena avvenuta, del più grande giacimento di terre rare presente sul territorio europeo.

La scoperta è stata fatta nella regione di Kiruna, la quale si trova nel nord della Svezia. Grazie al nuovo giacimento di terre rare diventerà possibile ridurre l’attuale dipendenza dalla Cina che è attualmente il principale produttore mondiale di questa materia prima. Per chi non lo sapesse, si tratta di un genere di minerali indispensabile per la creazione di chip e altri componenti dei prodotti tecnologici. Prima che i nuovi giacimenti di terre rare sortiscano i primi effetti sul mercato, però, saranno necessari circa 10 anni.

Il materiale infatti non sarà sfruttabile immediatamente perché c’è bisogno di analisi e permessi (l’estrazione può infatti essere dannosa per l’ambiente). La scoperta potrà svolgere un ruolo molto importante per una transizione verde nell’Unione Europea. Inoltre come già accennato sarà possibile accelerare lo sganciamento dalla Cina, dato che al momento l’Europa attualmente importa il materiale per il 98% proprio da quest’ultima. Secondo le stime la domanda di terre rare aumenterà di 5 volte entro il 2030.

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