Mentre la Mela cerca di migliorare la sicurezza complessiva dei propri iDevice ad ogni generazione di iOS, c’è chi sostiene di poter violare con estrema disinvoltura le precauzioni prese dalla casa di Cupertino per assicurare buoni livelli di privacy ai propri utenti. Si tratta di Cellebrite, team di sicurezza israeliano già noto alle cronache per aver partecipato, su richiesta dell’FBI, allo sblocco di un iPhone 5C appartenuto ad un terrorista californiano.
Cellebrite ha recentemente alzato la posta in gioco, comunicando ufficialmente di essere in grado di compromettere e violare la sicurezza di pressoché qualsiasi dispositivo Apple a prescindere dalla versione di iOS utilizzata (fino alla recentissima iOS 11.2.6.). Senza far leva su root, jailbreak o espedienti simili ben noti alle community di modders, il team è sarebbe in grado di estrapolare l’intero file system del dispositivo, per ottenere accesso alle mail, applicazioni di terze parti installate (e relativi dati), geolocalizzazione dell’utente e log di sistema.
Informazioni più che utili a chi deve rintracciare per cause di forza maggiore persone “sorvegliate speciali”, attentatori o chiunque possa minacciare la sicurezza collettiva. Cellebrite, a riprova di quanto affermato, ha aggiornato recentemente le brochure ufficiali dei servizi offerti alla voce “Advanced Unlocking and Extraction Services”: testualmente, “tutti i dispositivi iOS, iPhone, iPad, iPad mini, iPad Pro e iPod Touch, che abbiano installato una versione di iOS da 5 a 11, possono essere compromessi”.
Cellebrite è quindi riuscita nell’intento di contraddire persino Edward Snowden, che spesso e volentieri ha ribadito la sua preferenza per gli iDevice per “questioni di sicurezza”. Ora, queste certezza non sono più così solide: come cambieranno le impostazioni di sicurezza della Mela nei prossimi mesi?