Chrome OS continua, lentamente ma inesorabilmente, a diventare sempre più un sistema operativo “reale”, e non più un semplice esperimento incentrato sul cloud. Il rollout dell’ultima versione stabile, Chrome OS 65, ne è una chiara conferma, grazie alla quantità di tweak e aggiornamenti inclusi, tra cui non mancano anche le sospirate patch contro Spectre e Meltdown.
Iniziando proprio da quest’ultima novità, Chrome OS 65 chiude definitivamente le due vulnerabilità in questione sui dispositivi Intel con kernel 3.14 (per quanto riguarda Meltdown) e su tutti i device Intel in generale (grazie alla patch di mitigazione Retpoline, efficace contro ogni variante di Spectre fino ad oggi conosciuta). Ora che i due più famigerati attacchi remoti sono stati resi inoffensivi, la nuova versione dell’OS passa agli upgrade grafici.
Tra questi, Chrome OS 65 ci offre la possibilità di impostare un breve video al posto di una semplice icona statica per il nostro profilo; e la possibilità di utilizzare una nuova funzione di ricerca per scoprire i file salvati non solo sul cloud, ma anche sul device in uso. A questo proposito, è stata implementata anche una nuova funzione di “unzip” che rende più rapida la scompattazione dei file di Drive.
Diventa più elaborato e flessibile anche il setup di schermi esterni su Chrome OS 65: la Kiosk Mode ora supporta una modalità “mista” di combinazione dei display in uso (è possibile utilizzare schermi estesi ed in mirroring simultaneamente). Non mancano alcune migliorie a livello multimediale, tra cui il supporto alle API MIDI per le app Android in esecuzione su Chrome OS e uno schermo con opzioni più avanzate per l’attivazione della modalità tablet. Un changelog corposo, che riguarda come sempre piccoli e grandi aggiornamenti che di versione in versione vanno sempre più definendo l’identità di Chrome OS come sistema operativo solido e in costante evoluzione.