Con la diffusione del coronavirus diventa sempre più importante anche riuscire a sanificare al meglio i vari ambienti, specialmente i luoghi pubblici come ospedali, cliniche ma anche uffici, banche e via dicendo. Non a caso la parola “sanificare” è una delle “keyword” di questa Fase 2, ed è per questo che una nuova tecnologia al servizio della lotta al Sars-Cov-2 progettata dal Texas Biomedical Research Institute potrebbe rivelarsi molto utile per eliminare ogni traccia di Covid-19 negli ambienti chiusi.
Uno studio USA è infatti arrivato a ideare un robot “Light Strike”, che riesce ad eliminare in pochi minuti il coronavirus semplicemente emettendo raggi ultravioletti. Stando ai risultati resi pubblici dalla società Xenex, il carico patogeno su superfici complesse andrebbe a ridursi addirittura del 99,99%. Il robot Light Strike è stato adottato già nel mese di marzo dal prof. Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano.
“E’ un dispositivo utilissimo e innovativo – spiega l’infettivologo al Messaggero – che ritengo abbia contribuito validamente a evitare casi di infezione tra il personale e a garantire la sanificazione degli ambienti”.
La luce ultravioletta ad alta intensità riesce a passare attraverso le pareti cellulari di batteri, virus, funghi e spore, disintegrando di fatto il DNA dei microrganismi.
“Il ritorno alla nostra vita come la conoscevamo prima dell’emergenza Covid-19 – spiega il dottor Mark Stibich, Chief Scientific Officer e cofondatore di Xenex – deve necessariamente passare per la creazione di un’infrastruttura efficiente che sia in grado di prevenire le infezioni, riducendo il rischio di trasmissione”.
Il robot può essere utilizzato senza la supervisione di personale sanitario e riesce a rilevare i movimenti nell’ambiente circostante per non essere di intralcio a cose e persone. Pare che siano necessari solo 5 minuti per la sanificazione di una stanza di ospedale. Sono già 16 gli ospedali italiani attrezzati contro il coronavirus che utilizzano Light Strike.